Diverso il discorso per Finnegans Wake, alla stesura del quale Joyce dedicò sedici anni, dichiarando che sarebbe stata l’ultima impresa della sua vita artistica. Peccato che la sua, ritrovata dopo la morte, fosse rimasta intonsa tranne le prime poche pagine.Īnche Ulisse può essere una lettura ardua, e forse la maggior parte degli acquirenti del romanzo si arrende durante il percorso, salvo saltare al fatidico finale col monologo di Molly Bloom. Molti intellettuali protestarono, e in prima fila si distinse il giovane ma già celebre Hemingway, che ne importò personalmente di contrabbando e diffuse molte copie. Quando Ulisse uscì con enorme risonanza fu anche un successo di scandalo, e la sua pubblicazione negli Stati Uniti (se è per questo, anche nell’Irlanda patria dell’autore) fu severamente proibita.

Lo stesso si può dire per il più famoso libro di James Joyce, altro pilastro del rinnovo del romanzo nel Novecento. ’un s’ebbe tempo!»īe’, non tutti hanno letto Proust, ma oggi non esiste lettore acculturato che non abbia perlomeno gli strumenti onde fingere convincentemente di averlo fatto. Alla fine il toscano, che era il più sincero, confessò: «O Sandro. «Vediamo un po’, come si chiama la duchessa de Guermantes?», «Chi è la zia del baron de Charlus?». «Non sapete di cosa state parlando» si inserì. A un tavolo vicino il critico teatrale Sandro De Feo, un proustiano doc, drizzò le orecchie. Show More Veneto di Flaiano, primi Anni Cinquanta, due giovani giornalisti, uno calabrese uno toscano, fingevano di conoscere La recherche, e di averla trovata noiosa.

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